I protagonista della politica. Notabili, elezioni e sistema politico in Campania (1861-1919) (2025)

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Ermanno Battista

2017

26 Su questo tema cfr. il classico R. Michels, La sociologia del partito politico nella democrazia moderna: studi sulle tendenze oligarchiche degli aggregati politici, Torino, UTET, 1912 La funzione del parlamento Uno studio sui parlamentari non può limitarsi semplicemente a cercare di dare una risposta alla domanda «chi sono?», ma deve, contemporaneamente, cercare di dare risposta al quesito «che fanno?»: dunque non solo la fisionomia del parlamento, ma anche le sue funzioni. Per rispondere ad una domanda del genere è necessario riprendere il discorso sulle funzionalità dell"istituzione parlamentare, ripercorrendo la storia dell"istituto parlamentare grosso modo dal XVII secolo ad oggi.

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Biagio Passaro, La penisola sorrentina, pp. 103-151 In Società, elezioni e governo locale in Campania. I – Quadro socio-economico e vicende politico-elettorali, a cura e con introduzione di Guido D’Agostino, Liguori Editore, Napoli 1990

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L'esame dei risultati elettorali dei primo quarantennio della Repubblica Italiana nei comuni di Capri e Anacapri, della Penisola sorrentina (Massalubrense, Sorrento, Sant'Agnello, Piano di Sorrento, Meta, Vico Equense) e dei comuni del più vicino entroterra , come Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, alla luce dei dati dei censimenti dal 1951 in poi, permette di valutare l'impatto del sistema politico democratico su di un'area caratterizzata da antiche e radicate specificità.

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Parlamento, elezioni e sistemi elettorali (1861-1919) : un bilancio storiografico

stefano Tabacchi

In: Parlamento e storia d'Italia, a cura di Vincenzo Casamassima, Andrea Frangioni, Pisa, Edizioni della Normale, 2012, pp. 3-29, 2012

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Politica e Archivi a Benevento (1587-88)

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Città, spazi pubblici e servizi sociali nel Mezzogiorno medievale, a cura di G. Vitolo, 2016

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Prime note per una prosopografia dei deputati campani al Parlamento italiano (1861-1882)

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Il contributo analizza i dati anagrafici, professionali e sociali dei deputati eletti nei collegi elettorali campani nel corso del primo ventennio post-unitario.

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L'Italia di Paolino: la Campania, Roma e l'aristocrazia senatoria nei primi decenni del V secolo

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T.Piscitelli, C. Ebanista (a cura di), Paolino di Nola e il Mediterraneo, Marigliano 2024

alla stessa parentela per servire Dio con maggiore impegno. Si dice poi che abbia scelto la solitudine della città di Nola, per trascorrere la vita lontano dal trambusto»: trad.

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MARIANO CAVATAIO e Luciano M. Fasano (2015), I voti di preferenza nelle elezioni di primo ordine, 1968-2015. Un’analisi dello studio del caso su quattro comunità politiche locali tra Nord e Sud del paese, Paper presentato al XXIX Convegno SISP, Arcavacata di Rende (Cosenza) 10-12 settembre

Mariano Cavataio

Lo studio dei voti di preferenza in Italia da sempre rappresenta un tema delicato, in quanto interessa il precipuo rapporto tra elettori e candidati, con effetti e conseguenze sulla rappresentanza politica, sul sistema politico e sulla qualità della democrazia. Proprio per queste ragioni, rischiano di risultare insufficienti quegli approcci che intendono descrivere e spiegare il voto ad personam solo attraverso le categorizzazioni della rational choice theory, considerato che i voti di preferenza tradizionalmente esercitano effetti differenti rispetto alla cultura politica di riferimento a livello territoriale, accentuando così antiche e nuove fratture tra Nord e Sud del paese. Storicamente, la letteratura internazionale ha dedicato una rilevante attenzione allo studio del cosiddetto “preferential voting”. Numerose sono, infatti, le argomentazioni teoriche e le evidenze empiriche sul tema in questione, già a partire dai primi decenni del Novecento. Nel dibattito teorico internazionale diversi sono gli studiosi che hanno sottolineato gli aspetti deteriori (clientelismo, political patronage, pork barrel) relativi agli effetti esercitati dai sistemi elettorali proporzionali in cui gli eletti vengono scelti tramite le preferenze (“open list proportional representation”). Non è un caso che tutte le principali democrazie occidentali non adottino i voti di preferenza per scegliere gli eletti a livello nazionale. Inoltre, importanti accademici italiani hanno spesso associato il voto di scambio e il voto clientelare all’impiego dei voti di preferenza. A prescindere dalle peculiarità del dibattito in letteratura, il tema da sempre suscita in Italia vivaci contrapposizioni nell’opinione pubblica, all’interno dei partiti e tra i partiti. Per i detrattori, i voti di preferenza esaspererebbero la competizione intra-partitica, incrementando altresì la conflittualità tra i candidati della medesima lista. Per i sostenitori, le preferenze (che risentono di una logica di tipo proporzionale) e le elezioni primarie (che risentono di una logica di tipo maggioritario) rappresenterebbero, al contrario, le più efficaci soluzioni per rafforzare la capacità di scelta degli elettori, coinvolgendoli maggiormente nei processi decisionali dei partiti e nelle dinamiche elettorali, tenendo presente che siamo nell’epoca della candidate-oriented politics e della valence politics. L’obiettivo di questo lavoro è quello di esaminare l’evoluzione dei voti di preferenza attraverso l’adozione di una prospettiva di lungo periodo (1968-2015), prendendo spunto da quattro comunità politiche locali tra Nord e Sud del paese: Canicattì (AG), Carini (PA), Parabiago (MI) e Saronno (VA). Si analizzeranno i voti di preferenza di tutte le elezioni di primo ordine susseguitesi negli ultimi 50 anni (elezioni politiche 1968-1992 ed elezioni comunali 1970-2015). Si badi bene che molti di questi dati elettorali (disaggregati a livello di sezione elettorale), soprattutto quelli riferiti ai due comuni siciliani, sono in esclusivo possesso del dott. Mariano Cavataio. Siamo in presenza, pertanto, di un lavoro prevalentemente empirico di taglio diacronico, senza dimenticare però gli eventuali aspetti normativi che il tema solleva rispetto al contesto e al dibattito contingente (basti pensare all’Italicum 2.0). Dal punto di vista analitico-concettuale, si propone la distinzione terminologica tra “voto personale” e “voto personalizzato” in un quadro nazionale e internazionale non sempre così rigoroso nell’indicare questa differenziazione, tanto da considerare i due tipi di voto come indifferenziati in numerose circostanze. Altro punto di forza di questo paper è quello di definire meglio il tasso di voto di preferenza, tenendo conto di quelle regole elettorali (soprattutto della Prima Repubblica) che prevedono le preferenze multiple. Key words: Comportamento di voto, frattura Nord-Sud, voto personale, voti di preferenza, comunità politiche locali, case-study analysis. SOMMARIO: Introduzione; 2. L’Italia delle preferenze. Evoluzione della legislazione elettorale sui voti di preferenza nelle elezioni di primo ordine; 3. Obiettivi di ricerca, scelta dei casi e risultati attesi; 4. Dati e metodi; 5. Analisi e risultati tra Nord e Sud del paese; Conclusioni; Materiali supplementari; Ringraziamenti; Appendice A: Colore politico dei sindaci dei quattro comuni considerati, 1946-2015; Appendice B: Andamento elettorale delle principali liste nelle elezioni di primo ordine esaminate rispetto ai casi considerati, 1968-2015; Brevi riferimenti bibliografici. Luciano M. Fasano ha redatto l’Introduzione e le Conclusioni. Mariano Cavataio ha elaborato i Paragrafi 2, 3, 4 e 5 più l’Appendice. Sebbene il saggio rimanga frutto di uno sforzo collettivo tra i due Autori, la responsabilità intellettuale delle singole parti rispecchia questa divisione del lavoro.

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Giuseppe Cumia giurista e tipografo nella Catania del Cinquecento

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PARTITI DI CARTA. Leader, iscritti ed elettori nella politica contemporanea

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Questo volume analizza le trasformazioni dei partiti rivolgendo una particolare attenzione ai processi di intraparty democracy e a fattori come la partecipazione e la mobilitazione, tenendo in considerazione sia l’immagine della leadership sia il rapporto fiduciario tra questa e il proprio elettorato. In quest’ottica, la disgregazione dei partiti come organizzazioni coerenti e il crollo degli iscritti sembrano aver accelerato la grande fuga degli elettori/simpatizzanti verso i territori dell’antipolitica. Partiti sulla carta, quindi, destinati a scomparire o a diventare altro. Partiti moderni, importanti e funzionali, ma sempre più realtà inconsistenti. Partiti che hanno riempito luoghi reali e immaginari, da svuotare sistematicamente dopo il loro breve passaggio. Contenitori politici un tempo abitati, fucina di idee e movimento, e adesso formazioni certificate su carta. Nomi inventati di partiti inventati che negli ultimi venticinque anni hanno creato, modellato e strutturato la realtà della politica italiana.

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Un processo "politico" nello Stato Pontificio della prima Restaurazione. Frosinone maggio - giugno 1801

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